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La Cascina di Spedaletto - Treppio
Dalla Cascina di Spedaletto a Treppio
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Ponte de’ Rigoli (m 825)
Snodo viario dove confluivano quattro strade importanti: quella della valle dell’Agna che vi proveniva da Cascina di Spedaletto seguendo il torrente Limentrino, quella della valle della Bure che vi riscendeva dopo aver superato il passo dell’Acquifredula, quella che scendendo la Limentra Orientale seguiva un percorso di fondovalle verso Pian del Toro e infine quella che risaliva lo stesso Torrente verso la Badia a Taona dando inizio a una via di crinale. Prende il nome dai numerosi ruscelli che vi confluiscono e ad attestarne l’importanza abbiamo un ponte già documentato fin dal 1180. Il nuovo ponte in muratura fu costruito verso il 1950, in occasione della costruzione della nuova strada Pistoia-Riola.
Insediamento di Glozano (m 910)
In questo luogo scavi svolti tra il 2002 e il 2004 hanno messo in evidenza un insediamento religioso di notevoli dimensioni fondato tra l’VIII e il X secolo e identificato con la località Glozano citata in alcune carte della Badia a Taona. Il complesso ha conservato i resti di una chiesa monoabsidata, le fondamenta di vari edifici e di un muro che sembra recintare l’intero insediamento. Il fatto che fosse dedicato a San Salvatore ha fatto pensare che si tratti del primitivo insediamento che, qualche secolo dopo, divenne il ben più importante monastero di Badia a Taona che sorse poco più a monte.
La Badia di San Salvatore a Taona (m 1091)
Monastero benedettino fondato agli inizi del XI secolo in prossimità del crinale appenninico e riformato nella seconda metà dello stesso secolo secondo la regola Vallombrosana. Dotato di vastissimi beni fondiari dal marchese Bonifacio e dalla figlia Matilde di Canossa per la sua posizione strategica ebbe grande importanza per la viabilità appenninica tanto che già nel 1014 l’imperatore Enrico II lo prese sotto la sua protezione e la stessa cosa farà poi il Comune di Pistoia. Già abbandonato nel 1372, il monastero fu soppresso nel secolo XVI da papa Pio IV e i suoi beni dati in commenda alla famiglia fiorentina dei Pazzi. Attualmente del monastero non restano che pochi ruderi inseriti in un’abitazione e in un muro di sostegno.
Monte La Croce (m 1318)
Rilievo montuoso coperto di faggi e conifere che sovrasta la Badia a Taona. Coi suoi 1318 metri rappresenta la quota più elevata raggiunta dalla strada che, in questo punto, dall’alta valle della Limentra Orientale entra in quella della Limentrella seguendo poi il crinale tra le due valli. Sulla cima si trova un recinto che protegge la stazione dell’Aeronautica militare entrata in funzione nell’autunno del 1963, sostituendosi a quella a quota inferiore (m 923) che si trovava sul Passo Porretta fin dal 1923. La sua attività è quella di studiare il clima su questa parte dell’Appennino e di emettere informazioni metereologiche per la navigazione aerea. Vicino alla cima del monte si trovano i resti di una struttura fortificata.
Sasso alla Pasqua (m 1160-1170)
Al termine della ripida discesa dal Monte La Croce, per una strada molto incassata dove in alcuni tratti si trovano ancora tracce di pavimentazione, si incontrano le pietre incise del Sasso alla Pasqua. Sono tre massi situati sul bordo della strada a poca distanza l’uno dall’altro, con superficie molto deteriorata ma che ancora presentano numerose incisioni di coppelle, croci, motivi antropomorfi ed altri segni arcaici e pagani che testimoniano un loro uso sacrale e viario fin dai tempi antichi. Altre pietre, con lo stesso uso, si trovano in tutta la zona come il monumentale Sasso al Consiglio (m 703) sulla strada di fondovalle che percorre la Limentra Orientale.
Le valli della Limentrella e della Limentra Orientale
La strada che percorre il crinale tra le valli della Limentra Orientale e della Limentrella, immersa nel verde di una natura selvaggia e incontaminata soprattutto di boschi di faggio e di castagno, offre ad ogni momento squarci di paesaggi suggestivi e bellissimi dove rari sono i segni della presenza umana e che spaziano dal Monte la Croce, alla Buggiana, al Monte Calvi fino alle maestose vette dell’Appennino Tosco - Emiliano.
Torri (m 927)
Il paese di Torri fu uno degli insediamenti longobardi più antichi documentato già nel X secolo (982). Il castello, possesso dei signori di Stagno e dalle cui torri il paese potrebbe aver preso il nome, esisteva già nel 1054. Suggestiva la collocazione della chiesa settecentesca di Santa Maria Assunta che si erge su di uno sperone di roccia sul quale, in passato, sorgeva una torre di avvistamento le cui fondamenta sono state rinvenute durante la costruzione della cisterna a servizio della canonica. Nel XIII secolo, insieme con Monticelli, costituiva uno dei 124 comuni rurali del districtus pistoiese.
Sasso di Catiro (m. 670)
Sull’antica mulattiera che dalla Torraccia scende verso Treppio, nella valle della Limentrella, in prossimità di un tratto di strada lastricata nell’Ottocento, si trovano due pietre incise. La prima chiamata “Sasso di Catiro” o di Caterina, forse la proprietaria del castagneto, è un grosso monolite di forma romboidale e le incisioni riguardano prevalentemente la facciata rivolta verso il sentiero, il secondo è un macigno, poco al di sotto ma sempre sul sentiero. Le incisioni, molto deteriorate, sono soprattutto coppelle e pochi altri segni di origine arcaica e non cristiana che farebbero pensare a un uso rituale ma che testimoniano l’uso della strada fin da tempi molto antichi.
Buca del Diavolo (m 920)
Non proprio sul sentiero ma poco lontano sopra il Sasso di Catiro e anche questa tra i paesi di Torri e Treppio, si trova la Buca del Diavolo o Tana della Volpe secondo la toponomastica più antica. Si tratta di un’alta cavità dovuta a una spaccatura nella roccia, percorribile per una quindicina di metri, larga all’ingresso circa due metri, per poi restringersi e in seguito allargarsi di nuovo. Quasi tutte sulle pareti nei primi 4-6 metri dall’apertura, sono visibili numerosissime incisioni di grande complessità ed interesse, che sarebbero riferibili ad un ampio arco temporale a partire da epoche antiche precristiane.
La ristrettezza degli spazi farebbe escludere un uso abitativo e propendere per una funzione magico-sacrale.
Treppio (m. 680)
Grosso paese posto sulla sinistra della parte finale della vallata della Limentrella, che fu roccaforte longobarda appartenuta ai signori di Stagno documentata 1086. Di notevole interesse la chiesa a tre navate di San Michele Arcangelo frutto di vari interventi a partire dal XIII secolo fino alla facciata, in pietra serena scandita da cornici e lesene, della fine del 1700. All’interno si trova un importante e monumentale organo settecentesco rifatto nel 1794 da Pietro Agati famoso organaro pistoiese.
A Treppio, nel 1861, dalla fiorentina Filomena Fagni-Rossi e da Giovanna Ferrari di Taviano, fu fondata la Congregazione delle Suore Mantellate per l’educazione delle fanciulle e la cura e l’assistenza dei malati e, a poca distanza dalla chiesa, vi si trova ancora la Casa madre. La Congregazione ha avuto un grande sviluppo e oggi conta un centinaio di comunità sparse in Italia e nel mondo.